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Ciao a tutti.
Sono una ragazza di 24 anni; sono sempre stata una persona ansiosa, e i miei familiari mi hanno sempre bonariamente preso in giro per questo.
Quando avevo 11 anni a mia madre è stato diagnosticato un cancro allo stomaco, è stata operata, sottoposta a chemioterapia e la cosa si è momentaneamente risolta. Io ed i miei fratellini non sapevamo che si trattasse di cancro: i miei genitori per non spaventarci ci avevano detto che si trattava di una ulcera che avrebbe potuto evolversi in un cancro e perciò andava rimossa. Nello stesso periodo al mio fratellino più piccolo è stata diagnosticata la colite ulcerosa.
Dieci anni dopo, un giorno mia madre si è svegliata con i sintomi di una forte influenza, che si sono rivelati poi essere un cancro alla cistifellea. Sono seguiti due anni di malattia, con episodi di svenimenti e improvvisi malori. La mia ansia è cresciuta, fino ad arrivare a degli attacchi di panico - comprensibile essere in ansia se per due anni si valutano i sintomi di una persona cara, anche quelli più piccoli, cercando di capire come si evolverà la malattia. Io sono sempre stata convinta che mia madre sarebbe morta (e così è stato), ma non perchè la situazione fosse effettivamente disperata da subito. Ne sono sempre stata convinta perchè cercavo di prepararmi al peggio, e poi il caso ha voluto che sia andata nel peggiore dei modi. Quando mia madre è morta, entrambi i miei fratelli si trovavano in ospedali diversi, per una polmonite e per la rimozione di una ciste sospetta alla milza - nel loro caso tutto si è risolto per il meglio.
La mia ansia ovviamente non è diminuita dopo la morte di mia madre, così dopo un anno mi sono rivolta ad una psicologa e sono rimasta in cura due anni. Le cose sono molto migliorate, e complice un trasferimento temporaneo all'estero, ho smesso di vedere la mia psicologa lo scorso giugno.
Non vorrei tornare in terapia, non lo ritengo necessario e mi pare di aver capito che sia anche il parere della psicologa. Sono una persona molto estroversa, e parlare di come mi sento, dei sintomi che credo di avere, etc, penso non faccia altro che nutrire la mia ansia stessa. Non mi è mai stato diagnosticato nessun disturbo, a livello fisico o psicologico. Le mie fobie non sono gravi, non mi lavo più eccessivamente le mani, sono in grado di razionalizzare quanto le mie preoccupazioni siano ridicole - ma non per questo riesco a stare tranquilla. Sopratutto quando mi capita di essere da sola in casa, mi preoccupo se qualcuno non risponde al telefono, o so ha un tono diverso dal solito. In qualche modo sono convinta che se riuscirò ad interpretare determinati segnali in tempo, riuscirò ad evitare qualcosa di brutto che sta per succedere. Non è nemmeno questo il problema più grave, perchè bene o male mi trattengo dall'assillare le persone. Quando si tratta di disturbi fisici, però, mi trovo ossessionata dall'idea di avere il cancro e non riesco a "lasciare perdere" perchè, nella mia percezione, il rischio di calmarsi e sottovalutare qualcosa è troppo grande.
Le persone attorno a me sono tutte molto comprensive, mi prendono un po' in giro e cercano di tenermi coi piedi per terra. Io però mi vergogno. Da un lato, non appena sento un dolore o qualcosa di diverso dal solito, sono sicura di stare per morire e vorrei solo essere consolata. Mi trovo sinceramente angosciata e triste e soffro. Dall'altro lato, se parlo sinceramente di come mi sento, le persone non si capacitano che io possa davvero pensare di morire per qualcosa così banale, e io mi vergogno come un cane. Specialmente perchè, pur vergognandomi, non riesco a stare serena.
Ho scritto in questo forum per potermi confrontare con altre persone che si sentono come me, per scoprire se magari hanno da consigliarmi qualche strategia per "tamponare" gli effetti delle mie ansie sui miei rapporti sociali.

Fede 
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Salve, vorrei avere dei seri chiarimenti sulla mia situazione psichiatrica che da anni ormai è diventata un mistero quasi,mi spiego meglio:
Sono stata da molti psicologi ma nessuno ha mai saputo davvero dirmi cosa io avessi o darmi una ''diagnosi'' precisa su cosa mi succedesse.
Vengo da una famiglia molto ''sud'' quindi una famiglia chiusa,unita, per meglio dire. Sono cresciuta tra i dispetti dei miei cugini più grandi e l'attaccamento soffocante di mia madre per la sua primogenita. Non avevo molti amici,appunto perchè passavo molto tempo in famiglia e mi sono sempre sentita a disagio con gli altri. All'età di 6 anni ricordo che fantasticavo su come uccidere mia madre e mio padre,ad esempio spingendoli giù dalle scale. Facevo il conto degli anni che mi separavano dal diploma già in tenera età eppure la mia famiglia non mi ha mai fatto nulla di ''grave'' ma allora perchè tutta questa rabbia? Crescendo le cose non sono migliorate,ero la ''diversa'' della famiglia,la pecora nera e quindi venivo derisa,criticata e rimproverata da tutti,non solo dai miei genitori ma anche da parenti e stessi cugini. Le scuole medie sono state un disastro,ho sofferto di una profonda depressione,autolesionismo. Avevo e ho tutt'ora raptus in cui non mi controllo e inizio a rompere e spaccare cose quando litigo con qualcuno. E' come se in me qualcosa prendesse il sopravvento e mi trasformasse in un essere che urla cose orrribili e rompe tutto. Non so cosa fare,tutti quelli a cui chiedo aiuto non mi danno risposte certe e non so cosa fare. Non riesco ad avere amici veri,sono delusa dal mondo. Mi attacco alle persone quasi morbosamente e non riesco a controllare il desiderio sessuale. Non vado con tutti,ma nelle mie due relazioni precedenti e quella attuale ero e sono  molto ''attiva'' non so quanto possa influire ma è così. Soffro di,io le chiamo: ''piccole ossessioni'', devo seguire dei rituali perchè così facendo sono convinta che la mia giornata andrà bene. Non sposto gli oggetti o il loro ordine e questo si fa più intenso nei periodi bui (come quello che sta avvenendo ora). Non dormo bene o non dormo per niente,ho l'istinto di piangere sempre e l'ossessione che il mio ragazzo mi tradisca o che desideri sessualmente un'altra. Ci sono giorni in cui dormirei sempre,altri in cui vorrei morire. Ho paura e non so se sia solo depressione o altro... Aiutatemi a capire,vi prego.
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« Ultimo post da Apache il 16 Maggio, 2015, 16:25:23  »
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Disturbi alimentari / Re:Ho bisogno di aiuto, o prima o dopo mi ammazzerò
« Ultimo post da Music il 16 Maggio, 2015, 03:41:03  »
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Disturbi alimentari / Ho bisogno di aiuto, o prima o dopo mi ammazzerò
« Ultimo post da Music il 16 Maggio, 2015, 03:33:54  »
Buona sera , sono un ragazza di 20 anni appena compiuti e soffro di disturbi alimentari da 5 anni a questa parte, da quando nel 2010 mi rivolsi a un nutrizionista . Da quel momento impazzii : seguii alla lettera il piano alimentare che mi diede per mesi , senza mai sgarrare , ed ogni grammo
In più , rispetto al quantitativo indicato,che credevo di aver ingerito, lo sentivo accumularsi come grasso nel mio corpo, finché un giorno dopo un anno cedetti a delle abbuffate ,che inizialmente non collegavo a un disturbo, alle quali sono seguiti un mese e mezzo di digiuno quasi totale, seguito poi dal baratro. Dal 2011 al 2012 iniziai ad odiarmi come mai prima , e di conseguenza a mangiare spasmodicamente e vomitare , con difficoltà enormi in quanto il mio riflesso del vomito era praticamente inesistente; dunque  presi10 kili e abbandonai nel frattempo la mia amata danza, la ragione della mia vita da quando sono nata. Iniziai a graffiarmi il corpo e ad usare dei rasoi per farmi del male sulla pancia e soprattutto sulle braccia, sentivo che era la fine della mia vita. Dopo la conoscienza del mio attuale ragazzo e il conseguimento del diploma la situazione cambiò drasticamente , e persi i chili accumulati senza accorgermene, ricominciai a danzare e nel 2014 raggiunsi il peso e la forma fisica da sempre sognati. Finito l'idillio nel quale credevo di avere ormai preso le redini della mia vita, mi ritrovo ora nello sconforto più totale: alterno periodi di dieta ferrea con giorni di abbuffate rabbiose , in cui il mio unico obbiettivo è farmi del male fino a piangere ma ora senza vomitare, in quanto penso mi stia bene essere grassa e deforme ,se sono così debole da cedere alle abbuffate per un nonnulla, annullando una settimana di dieta ferrea e buoni propositi. Sono stata seguita da psicologhe , una psichiatra e ho preso fluoxeren per un anno. Mi odio talmente che se non esco da questa situazione , che forse raccontata con questa razionalità non sembra atroce come invece io la vivo, io so e che prima o poi mi ammazzerò piuttosto che vivere con quest'odio irrefrenabile nei confronti di me stessa, che mi impedisce di avere una vita normale, e mi fa segregare in casa per lunghi periodi per la vergogna di farmi vedere dalle persone. Attualmente peso 57 chili (anche sw credoche l'abbuffata di stasera abbia modificato questo dato) per 158 cm e sono in sovrabbeso di 8 chili.  Vi prego aiutatemi
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Disturbo ossessivo compulsivo (DOC) / Re:DOC "da relazione"
« Ultimo post da Dr Marco Paolemili il 01 Maggio, 2015, 16:52:35  »
Avere dei dubbi in una relazione che sta nascendo è una cosa normale. Noi esseri umani, per la nostra natura, siamo portati a farci continuamente delle domande sul nostro agire. A volte però questi dubbi diventano patologici, perchè il senso d'insicurezza, la necessità di essere rassicurati, la poca fiducia in se stessi, portano la persona a sprofondare in un vortice di domande, ossessive, che sembrano non avere risposta. Sono d'accordo sul fatto che è necessario l'intervento di uno psicologo. E' possibile anche, dopo una valutazione di uno psichiatra, associare una terapia farmacologica per ridurre l'ansia e migliorare il tono dell'umore.
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Cara signora, il suo stato di ansia si manifesta con preoccupazioni riguardo la sua salute. I problemi di salute dei suoi genitori l'hanno allarmata molto, le paure e i sentimenti negativi che ha provato influenzano il suo modo di pensare oggi. Questi pensieri, questo allarme quasi continuo, si può curare. Le sarà utile sicuramente una psicoterapia e, eventualmente, anche una terapia farmacologica, soprattutto per il primo periodo.
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Salve,  ho 17 anni, sono un ragazzo apparentemente pieno di leadership e forte,  ma da 2 anni a questa parte ho cominciato a sviluppare una forma di ansia che mi prende subito i nervi dello stomaco,  appena ho un tipodi Interazione diverso dal solito. È iniziato che progettavo uscite con ragazze finalizzate al sesso e poco prima mi prendeva un agitazione pazzesca,  poi la cosa è degenerata e adesso feste,  discoteche, luoghi affollati,  rapporti sessuali, e manmano altre cose tipo stare al parco con una compagnia  che non conosco mi causano un senso di maleserre che abitualmente mi prende lo stomaco,  zero fame,  nausea etc. Il punto è che non so cosa fare,  io premetto che cerco di imporre a me stesso di uscire ugualmente perché spesso poi mi divertoe mi passa più o meno,  ma basta un niente che queste fitte di preoccupazioni tornano e mi fanno stare male. A scuola va bene,  ma ho cambiato istituto perché dove andavo c'era una ragazza bellissima che mi causava questa ansia quasi distruttiva,  a lungo andare la cosa si sta facendo angosciante..
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Disturbi alimentari / anoressia
« Ultimo post da Fiorenza il 28 Aprile, 2015, 20:49:44  »
Salve, sono nuova in questo forum. Vorrei una risposta da parte di un medico riguardo al problema anoressia. Premetto che al momento non soffro di questo disturbo né ne ho sofferto in passato, ma la semplice paura di doverne soffrire in futuro per via delle terapie a cui poi si deve essere sottoposti, nei confronti delle quali nutro una certa fobia che mi procura ansia, mi preoccupa da molto tempo, anche perché ero legata ad una persona che poi ne ha sofferto e ne soffre tuttora. Ho letto che si ricorre al sondino nasogastrico per l'anoressia, nei casi gravi. E' possibile chiedere almeno l'anestesia locale in questo caso, specialmente se si ha il setto nasale deviato, e il sondino è un rimedio definitivo, nel senso che permette al paziente di sopravvivere a lungo fino al superamento della malattia? E in caso non si riuscisse a guarire si può vivere ugualmente in questo modo? Sono molto ingorante in materia, ma mi pongo questa domanda perché credo che l'organismo nutrito artificialmente per lunghi periodi si debiliti comunque. Grazie cordialmente per le risposte.
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Buonasera, sono una mamma di 33 anni e credo di essere diventata ipocondriaca. Ho perso mio padre a causa del cancro nel 2007 e  lo scorso anno a mia madre è stata diagnosticata la sla. Sono sempre stata una persona ottimista e col sorriso sulle labbra, nonostante sia diabeticia insulino dipendente da 9 anni (la patologia è insorta dopo chr fu diagnosticato il tumore a mio padre).Da ottobre dello scorso anno però la mia vita è cambiata. Ho iniziato con dolori al seno sinistro e toccando ho sentito in nodulo. Sono corsa dalla mia ginecologa che con un'ecografia mi ha detto fossero due banali cisti iinfiammate, ma per convincermi della loro banalità sono passati cinque mesi e altre due ecografie. Credevo di essermi rilassata invece ho iniziato a fissarmi su altre cose, facendo caso a tutto. Un mesetto fa guardando l'interno della bocca (in assenza di qualsiasi sintomo) ho visto una macchia violacea alla base della lingua. Mi sono recata dall'otorino che mi ha detto di trattarsi di banali capillari e mi ha prescritto una cura per il reflusso. Dopo altre due visite di controllo ha confermato la buona salute della mia bocca, ma se prima non avevo sintomi ora avverto diversi fastidi come mal di gola, bruciore alla lingua e a tutta la bocca. Sono stata anche dalla dentista che ha detto di non vedere niente di anomalo e che probabilmente è un disturbo dovuto al diabete. Oggi quasi non riuscivo a parlare perché era come se avessi la lingua bloccata. Ormai mi sento tranquilla solo se sono a casa e non avverto sintomi quando mangio o dormo. Cosa mi consigliate di fare? Questo malessere psicofisico, accompagnato anche da una costante tensione muscolare mi sta rovinando la vita e ho una bambina piccola che ha bisogno di me. Vorrei tornare alla serenità di un anno fa.
grazie per l' aiuto
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