Autore Topic: Buongiorno, sono familiare di una persona con disturbi di ansia  (Letto 22842 volte)

Carlina

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Salve a tutti.
Mi sono iscritta in questo sito in quanto familiare di una persona con disturbi di ansia marcatissimi.
E' mio fratello, in cura da quando ho memoria.
Fra pochissimi "alti" e molti "bassi", fino ad adesso abbiamo tamponato la situazione con il "paracadute" di una famiglia molto presente ed affettuosa che gli ha levato ogni genere di castagna dal fuoco, che lo ha supportato e gli ha permesso di fare le bizze come ha voluto.
Adesso che i miei sono molto anziani e malati e che la questione sta passando a me, sono molto preoccupata.
La condizione di mio fratello è oggettivamente peggiorata: non è in grado di assumersi alcuna responsabilità, in nessun campo (la richiesta di fare una fotocopia, sul lavoro, gli fa venire delle crisi che lo fanno star male per settimane, tanto per fare un esempio), ha smesso tutte le attività che lo distraevano e gli davano piacere, è sempre disperato, sempre rabbioso, sempre rancoroso...
Costantemente.
Non ce la facciamo più.
Il suo egoismo, la sua ingratitudine nei confronti di una famiglia completamente abnegata ai suoi capricci, è sintomo del suo malessere, lo so, ma ci sta davvero mettendo in ginocchio.
A breve, suppongo, la sua compagna lo lascerà (mi meraviglio che stia resistendo fin'ora...) ed allora saranno problemi ancor più grossi.
Anche io non mi riconosco più: ero così allegra, positiva, felice di piccole cose (provavo gioia infinita nel prendere un caffè in solitaria la mattina presto, nel vedere una giornata di primavera...), adesso non dormo più, penso costantemente a questo problema, non ho più piacere nel fare nulla, sono assente e distratta...
Ho una bimba piccola, ha diritto ad una mamma serena...
Scusate la prolissità, ma davvero non so che pesci prendere.
Mio fratello cambia psichiatri in continuazione ed è scettico sulla spicoterapia.
Io credo che invece parlarne con qualcuno competetnte non gli farebbe male (i consigli che gli dò io, 24 ore al giorno, sono cestinati, perchè io non capisco..)
Ma quale terapia potrebbe essere opportuna in un caso così grave?
Spesso piange, sta male, si dispera...
Ho letto della terapia cognitivo-comportamentale, ma a parte che richiede tanta forza di volontà (e lui vuole guarire???????), mi sembra inadeguata per un caso così cronicizzato come il suo...

Grazie a chi mi ha letta fin qui.

Carla

Dr.ssa Mirella Mazzaccaro

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Re:Buongiorno, sono familiare di una persona con disturbi di ansia
; Risposta #1 il: 30 Marzo, 2014, 15:38:06 ;
Buongiorno Carlina,
non è facile al giorno d'oggi, con la vita frenetica che facciamo, trovare una sorella che si occupi del fratello con amore e dedizione come sta facendo lei e quindi le volevo fare i miei complimenti.
Il fatto che lei stia vivendo un momento NO, non mi meraviglia. Anche una persona forte dopo continue vessazioni può incorrere in fasi depressive.
Io le consiglierei una terapia familiare (sistemico-relazionale) che oltre a dare un sostegno individuale, potrà prospettarle un percorso insieme a suo fratello; così potrete sperimentare anche questa volta insieme una modalità differente nell'affrontare la vostra vita.
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Carlina

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Re:Buongiorno, sono familiare di una persona con disturbi di ansia
; Risposta #2 il: 01 Aprile, 2014, 08:47:50 ;
Gentilissima Dottoressa,
la ringrazio per la sua cortese risposta.
Purtroppo non so se il suo suggerimento sarà praticabile, perchè come accenno nella mia precedente, mio fratello a tratti dà l'impressione che "si crogioli" nel suo malessere, nel senso che, pur soffrendo lui per primo (e veramente, e profondamente: l'ho visto spesso prostrato in modo tale che mi ha sconvolta, intenerita, annientata...), tutto sommato, sicuramente inconsciamente, sa bene che questo suo malessere è "alibi" perchè tutto gli sia dovuto, perchè tutti siano a sua disposizione 24h/24, perchè gli venga data ragione sempre e comunque, perchè vengano assecondati i suoi CONTINUI e repentini cambi di opinione su tutto e su tutti, ecc ecc...
Quanto ipotizzo sopra, unito alla sua ansia, rancore, diffidenza, "arroganza", fa si che ormai vedo molto difficile che si affidi con un po' di fiducia ad un terapeuta per intraprendere un percorso articolato (e sicuramente relativamente lungo) di itrospezione, di scardinamento graduale del suo modo di pensare, di rimessa in discussione del suo meccanismo di ruminazione CONTINUA, ormai incancrenito...
Non so veramente cosa poter fare per aiutarlo, anche perchè ho visto che essere a sua completa disposizione con pazienza infinita per 24h/24, non basta e non serve....anzi, sta facendo ammlare anche me.
Inutile constatare che lui ha OGGETTIVAMENTE una vita piana, pacata, serena, senza scossoni di sorta: un lavoro molto, molto più che tranquillo, nessuna preoccupazione economica, genitori ancora vivi e lucidi, ancorchè molto anziani, una famiglia a sua completa disposizione, una compagna paziente ed amorevole (fino a quando resisterà) che cerca di assecondarlo in tutto, una routine senza nessunissimo imprevisto (non ha neppure l'incombenza di pagarsi una bolletta), e potrei continuare...
Tutto inutile: lui rimugina, rimugina continuamente, sta male per situazioni assolutamente banali che non dovrebbe quasi notare; vede affronti, provocazioni, nemici ovunque.
Se un giorno non accade nulla che gli dia fastidio, va a riesumare episodi vecchi di decenni e rimugina su quelli, oppure, se tutto manca, tira fuori il suo "jolly": il lavoro infame, popolato da infami (mi creda, Dottoressa: NON - E' - COSI': come dico sopra ha un lavoro che definire sereno è un eufemismo e dei colleghi mediamente molto più che comprensivi).
(d'altronde il lavoro è l'unico suo "contatto" con il mondo esterno: tutti gli amici ed i conoscenti che negli anni ha avuto si son persi ovviamente per strada....i colleghi sono l'unica finestra che gli è rimasta, e quelli soltanto possono essere i "cattivi", adesso..)
Rimugina su quello e sta male anche tutto il fine settimana, pensando che il lunedì mattina deve tornare in ufficio (il medico di famiglia più volte gli ha proposto di prendere qualche giorno di riposo per allentare l'ansia; lui inizialmente aderisce, poi cambia idea e non usufruisce del certificato...)
Ha abbandonato tutti i suoi interessi che prima un minimo lo distraevano (corsi di lingue straniere, volontariato, ...): distrazioni che, mi corregga se sbaglio, sono vere e proprie TERAPIE, in casi di ansia così marcati.
So bene che questo stato di cose oggettivamente idilliaco non sarà eterno.
Ad esempio, ahinoi, prima o poi dovremo affrontare dei lutti, come è nella natura delle cose...
Ed io sto già male da adesso a pensare a come faremo ad uscirne, visto che adesso, che tutto va bene, lui non si dà e non mi dà pace....
Adesso che potremmo essere tranquilli, adesso che potremmo essere felici...
Come mi muovo, dottoressa?
Cosa posso fare?
Mi sento impotente, spalle al muro, schicciata da qualcosa di ingestibile.
Mi allontano un po' (dovrei mettere dei "paletti" alle sue continue - anche 20-30 al giorno - telefonate, mails, sfoghi, richieste di pareri sempre uguali, come sorte di mantra, richieste di disbrigo di pratiche anche banali per suo conto...), mettendomi in salvo, anche e soprattutto per il bene della mia bambina, cui sto proponendo un modello di mamma cupa, preoccupata, in costante allarme?
E come gestisco i miei sensi di colpa - verso di lui, verso i miei genitori cui ricadrebbe in esclusiva questa situaizone - una volta eventualmente riuscissi ad allontanarmi un po'?
Grazie ancora per questa opportunità di dialogo.

marzia colli

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Re:Buongiorno, sono familiare di una persona con disturbi di ansia
; Risposta #3 il: 02 Aprile, 2014, 16:53:52 ;
Benvenuta Carlina,
la situazione in cui si trova non è affatto facile e lei sta facendo il possibile per riuscire in tutti i modi a farcela. La saturazione che vive è del tutto fisiologica. Quello che mi sento di dirle, più che pensare a trovare l'ennesimo specialista per suo fratello, è di trovarne uno tutto per sè: per essere sostenuta quando sopraggiungono quei sensi di colpa al pensiero di allontanarsi un po' da suo fratello, per avere un appoggio su cui contare quando in certi momenti non è facile per niente.
Allentare la sua presenza non significa abbandonarlo del tutto, significa prendersi uno spazio all'interno del quale riprendere lucidità e respiro e trovare un altro modo (sia esso originale, diverso, completamente opposto o con una piccola sfumatura) che le serve per entrare in contatto con le esigenze di suo fratello. Sono sicura che riuscirà a trovare un modo di comunicare efficace.

Un abbraccio
Sogna ciò che ti va
vai dove vuoi
sii ciò che vuoi essere
perchè hai solo una vita
e una possibilità di fare le cose che vuoi fare.
(P. Coelho)

Tristezza

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Re:Buongiorno, sono familiare di una persona con disturbi di ansia
; Risposta #4 il: 15 Maggio, 2014, 01:10:46 ;
Ciao, non so neanche perché scrivo,tanto non mi risponde quasi mai nessuno...Volevo dirti solo che ti capisco appieno.Mia sorella é messa ancor peggio di lui,e ci sta sfinendo (ho scritto altri post su questo). Ma ha solo me e mia mamma,e un giorno avrà solo me.Per questo ho deciso di non avere figli.Non devono passare quel che passo io.Insomma sto tra 2 fuochi, siccome sono la sorella "sana" é mio dovere occuparmene, MA?...per questo non ho diritto a una vita MIA. La mia vita é così ingiusta :'(

Antonello Laiso

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Re:Buongiorno, sono familiare di una persona con disturbi di ansia
; Risposta #5 il: 16 Luglio, 2014, 12:52:29 ;
 Ciao,come vedi ti rispondo, :)

Certo e' triste leggere delle note tipo la tua ma ti assicuro che non e' cosa isolata,l'adattamento o meglio il disadattamento in famiglia  di un familiare con disturbi pschici di ansia e/o depressivi non e' cosa da poco ,non sono io la persona piu' giusta a dare consigli ne posso darne pur volendo toccare una sfera cosi'' delicata ,conosco tanti casi simili al tuo con parenti e genitori con disturbi tali che trascinano chi li circonda  ad  un avvitamento  familiare.
"Ha solo me e mia mamma e un giorno avra' solo me"  non deve essere una rassegnazione anche se e' una frase molto bella ,tu hai diritto alla tua vita pur con tutte le attenzioni del caso che l'amore e l'affetto verso un familiare in questo caso sofferente pschico richiede,ma tale amore non puo' condurre ad un infelicita' di chi lo presta .
Le cure mediche psichiatriche e psicologiche in questo caso devono essere quella soluzione indispensabile come contorno a quell' amore incondizionato che pur se  deve essere a qualunque costo non puo' minare   la  serenita' mentale...di chi lo presta.


 

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