Autore Topic: Mobbing: la mia storia  (Letto 19523 volte)

sasa

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Mobbing: la mia storia
; il: 07 Maggio, 2013, 15:54:27 ;
Salve Avvocato Solidoro, mi chiamo Sasa e io da poco, dopo anni di analisi cliniche visite specialistiche per il mio stato di salute vengo indirizzata da uno psichiatra della usl  e dal colloquio è emerso che il mio deperimento organico, le continue febbri e il mio quasi isolamento morale da tutte le attività che svolgevo prima sono state frutto di mobbing sul lavoro. Ora sono in malattia sto facendo una cura con psicofarmaci per la depressione reattiva che mi è stata diagnosticata e vengo seguita da uno psicologo una volta alla settimana, da lavoro mi continuano a chiamare chiedendomi il motivo della mia assenza e io ora non so più cosa fare , premetto che sono insegnante in un asilo nido , e il nostro è un lavoro particolare, delicato e io in questo momento non sono in grado di svolgerlo, ho attacchi d'ansia solo a vedere il numero dell'asilo che compare sul mio telefono e probabilmente arriverò a dimettermi . Non ho grandi possibilità economiche sono separata e ho una figlia di 16 anni, e proprio per questo non ho sentito nessun avvocato in merito. Vorrei sapere solo se dire alle mie datrici di lavoro che mi è stata diagnosticata la depressione, mi sento in colpa a nascondere il mio stato ma nessuno è capace di darmi un consiglio in merito . Io la ringrazio della cortese attenzione e mi scuso anticipatamente se ho usato male il topic, non sono molto esperta di forum . Cordiali saluti

Avv. Sirio Solidoro

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Re:Mobbing: la mia storia
; Risposta #1 il: 08 Maggio, 2013, 23:22:21 ;
Buonasera Sig.ra Sasa, occorre capire, di preciso, in che cosa siano consistite le vessazioni mobbizzanti che lei lamenta di aver subito sul luogo di lavoro. Il mobbing, infatti, consiste in delle azioni vessatorie ripetute nel tempo (es: provvedimenti disciplinari, isolamento dall'attività, emarginazione della lavoratrice, svuotamento di mansioni, etc). Che tipo di azioni ha in particolare subito? Va tuttavia considerato che nella vicenda descrittami, lei dice che già uno psichiatra di una struttura pubblica le ha diagnosticato del mobbing. Ne deriva che tutti i fatti della vicenda sembrano essere stati oggetto di una corretta valutazione medica. E' opportuno sapere che contro il mobbing esistono delle forme di tutela molto significative. Tali tutele permettono - a chi come lei ogni giorno è costretta a confrontarsi con questo triste fenomeno- di rimuovere gli ostacoli e di riprendere a lavorare con serenità. Sul piano giuridico, comunicare alle datrici di lavoro il suo stato piscofisico, se da un lato non legittima attegiamenti ritorsivi da parte loro, dall'altro lato potrebbe indurli a considerare la sua persona non idonea a svolgere il lavoro per cui è stata assunta. Quindi, non posso darle un suggerimento se non conosco bene e per intero la vicenda che, se vorrà, potrà descrivermi senza alcun problema e che mi interessa pure conoscere. Sul senso di colpa a cui pone riferimento, dovrebbe parlare con il suo psicologo, oppure scrivere nella sezione adatta a lei in questo stesso Forum. Invero, le vicende di mobbing vanno valutate da legali e psicologi che svolgono un unico lavoro di interscambio. Le consiglio perciò di pensare seriamente alla tutela antimobbing, se lo stato a cui è giunta è tale da voler dare persino le dimissioni. Io consiglio sempre di non dimettersi e di intervenire subito per elimiare il problema. Oggi il mercato del lavoro italiano non offre molte possibilità occupazionali. E' necessario salvaguardare il lavoro. Lei faceva un accenno ai costi da sostenere per attivare le tutele antimobbing, in realtà le spese possono essere alla portata, come accade spesso per chi come lei è vittima di questo fenomeno. Nel restare a sua completa dispoizione, La saluto cordialmente. Per ogni cosa disponga pure. Cordiali Saluti. Avv. Sirio Solidoro

sasa

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Re:Mobbing: la mia storia
; Risposta #2 il: 09 Maggio, 2013, 11:22:31 ;
Buongiorno e grazie della risposta e dell'attenzione, le azioni vessatorie si sono presentate subito appena assunta, richiami verbali per antipatia a pelle , cosi era solita dirmi la mia titolare, non gli piaceva la mia "faccia" anche se professionalmente ero una persona validissima. Continue minacce di licenziamento da parte della coordinatrice (amica della titolare), cambi di classe all'interno dell'anno scolastico, telefonate dopo l'orario di lavoro per sapere specifiche sulle consegne che avevo lasciato alle mie colleghe del pomeriggio che non venivano capite, invece erano scritte chiaramente. Lavorare con i bambini è complicato e la valutazione del lavoro da parte dei vertici è soggettiva  ossia molto dipende dallo stato umorale di chi coordina e da chi comanda almeno nel mio posto di lavoro funziona cosi .Due anni fa  dopo essere  stata sottoposta ad un operazione alla tiroide e sono stata fuori per un mese le cose sono peggiorate, le mie college dicevano che io essendo molto cordiale ed educata venivo presa di mira .. per uno zainetto perso , per una telefonata non fatta ad un genitore, le premetto che  siamo 7 educatrici e questi errori non necessariamente venivano fatti da me , anzi quasi mai , ma ogni volta venivo richiamata in ufficio, e ogni volta mettevano davanti il fatto che io avevo problemi a casa che mi crescevo una figlia da sola ecc ecc e le assicuro che non è vero , io ogni giorno peggioravo e ogni giorno recandomi a lavoro avevo un senso di nausea .  Da gennaio di quest'anno per riduzione di orario  mi assegnano una classe da sola di 15 bambini ( il rapporto in asilo nido e 1 insegnante a 7 / 8  bambini ) io comunico la mia difficoltà nel gestirli e mi viene risposto che devo accettare questa soluzione altrimenti posso accomodarmi fuori la struttura . Il mio stato di salute peggiora e vengo richiamata in ufficio e "cortesemente" mi consigliano di stare fuori dal lavoro qualche tempo perchè le mie colleghe hanno riferito che fisicamente non sto bene e dopo aver licenziato una mia collega mi chiedono se anche io voglio rassegnare le dimissione visto che mi sono mostrata dispiaciuta per la decisione presa di licenziare una persona con cui ho lavorato 5 anni  . Dal 18 marzo sono in malattia e dal 18 marzo  mi continuano a telefonare per sapere che cosa ho perchè non rientro , insomma quello che ho scritto nel posto precedente, io non so veramente cosa fare, nel frattempo mi hanno cambiato turno , il turno che ho tenuto per sei anni , la psichiatra della usl mi ha consigliato di prendere malattia almeno fino a che il mio stato fisico e psichico non migliora ma ho continue pressioni da parte loro , non gli basta sapere i giorni dati dal medico vogliono sapere cosa ho, io al momento non sono in grado di rientrare e penso che finisco l'anno in corso in malattia almeno rispettando i 180 giorni ma non so cosa dire a loro e questa cosa mi sta logorando . So che non dovrei dimettermi ma non penso che la situazione migliori ,  tante volte ho parlato con loro per cercare di capire perchè ero presa di mira anche se non commettevo errori , perchè non mi lasciavano lavorare tranquilla , ma è stato tutto inutile e ora non sono più padrona della mia vita, anche il rapporto con la mia famiglia è quasi compromesso, non riescono più a darmi consigli . Spero di essere stata un pochino più chiara al riguardo e vi ringrazio ancora .

Avv. Sirio Solidoro

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Re:Mobbing: la mia storia
; Risposta #3 il: 10 Maggio, 2013, 11:55:16 ;
Gentile Sig.ra Sasa, le azioni che lei ha descritto, con l'eventuale accertamento e supporto della documentazione medica, lasciano intedere che si tratti di mobbing. Diverse sono infatti le persecuzioni che specifica: minacce di licenziamento; accanimento verso la sua persona; continui contatti telefonici, etc. Tutte queste condotte ritorsive possono essere bloccate, pure in breve tempo e sin da quest'anno, evitando così che lei si dimetta. Infatti, proprio per scongiurare tanto le dimissioni quanto la ripetizione delle vessazioni, possono essere adite le tutele previste dalla normativa in vigore, al fine di bloccare il fenomeno. Quello che perciò Le consiglio è di non stare ferma, subendo e basta, ma di attivarsi. In altri termini, occorre fare di tutto per evitare le dimissioni, perchè il lavoro è molto importante per la sua persona ed è bene che lo conservi. In casi simili a quello suo, le tutele legali d'urgenza si sono rivelate risolutive del mobbing e le persone hanno ripreso a lavorare serenamente. Le tutele hanno infatti due importanti scopi: evitare le sue dimissioni; ed evitare il ripetersi degli episodi in quanto i presecutori si assumeranno le proprie responsabilità e la smetteranno di lederla. Per conoscere meglio la procedura, che diventerebbe molto prolissa riscriverla su questa pagine online, mi contatti pure senza alcun impegno al seguente recapito 3493711410. Potremo così fare il punto sulla vicenda e capire l'eventuale strada da intraprendere prima di arrivare alle dimissioni. Resto a disposizione per ogni chiarimento. Buonagiornata. 

sasa

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Re:Mobbing: la mia storia
; Risposta #4 il: 12 Maggio, 2013, 16:17:43 ;
Buonasera Avvocato , io la ringrazio infinitamente per la disponibilità , ha ragione lei quando dice di salvaguardare il lavoro soprattutto in questo periodo , e soprattutto perchè il lavoro è un dovere ma anche un diritto , diritto di poterlo svolgere. Manca poco più di un mese alla fine dell'anno scolastico e io prenderò tutto questo tempo per ristabilirmi sia fisicamente che psicologicamente, ora non riuscirei neanche a percorrere la strada che porta al mio posto di lavoro . Io non riesco a capire come possano succedere queste cose e dopo aver saputo cosa mi stava succedendo, beh le garantisco che mi sono sentita più male di prima . Ho comunicato la mia assenza per il restante anno in corso senza dover dire cosa ho , anche se mi è stato chiesto ripetutamente  . Io devo dire grazie a lei e a questo forum , le risposte che mi sono state date sono state una panacea per me .Ancora non so cosa farò ma con il suo permesso ho segnato il suo numero di telefono. La ringrazio di nuovo e le auguro un buon fine settimana .

 

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