Buon giorno a tutti il mio nome e Francesco. La definizione che ho del mio essere e' " caso disperato".
Soffro di ansia direi generalizzata e forse con una componente fobia sociale.
Il tutto e' iniziato circa 15 anni fa' quando ho iniziato un relazione sentimentale che tutt'ora esiste.
Provengo da una famiglia non molto dotata culturalmente a differenza di quella di lei ed il tentativo di coprire quella sorta di vergogna o quel senso sbagliato di inferiorita' mi ha portato a fare ed ad essere qualcosa che io non sono.
Il primo attacco di panico o senso di ansia estrema l'ho vissuto circa 10 anni fa' in un ristorante con amici di cui solo un paio erano diretti, altri erano quasi sconosciuti. Ho dovuto abbandonare il pranzo e recarmi in un pronto soccorso dove mi hanno somministrato un calmante per rasserenarmi.
Da quel giorno nn sono piu' me stesso, non faccio file alla posta o in banca, non vado al cinema, vorrei viaggiare ma oltre la mia auto non salgo su altro mezzo. Ho ridotto anche le cenette romantiche a due con la mia lei xche' appena mi accomodo in un ristorante (specie se affollato) mi assale questa irrequietezza e devo andare via.
Gli anni sono trascorsi in una maniera un po' monotona fortunatamente fio al mese scorso riuscivo a gestire bene la situazione lavorativa.
In questi anni, nel tentativo di aiutarmi mi sono affidato ad uno psicoterapeuta della mia zona che in poco piu' di 3 anni mi ha tolto un sacco di soldi e risultati quasi nulla.
Nonostante il danaro per lo psicoterapeuta, o lavorato tanto per accendere un mutuo casa e andare a convivere con la mia compagna. Provate ad immaginare se dovessi orgaizzarmi per fare la cresima e il matrimonio, morirei sicuramente facendomo mangiare da ansia anticipatoria e annessi vari.
La mia compagna, probabilmente avra' intuito con ki ha che fare e nn mi forza in alcun modo se non avere finalmente completato casa.
Circa un mese fa' ero a lavoro sono stato colpito da un attacco di panico che nonostante le difficolta' psicofisiche mi ha fatto fuggire (previo permesso) da lavoro e mi sono recato al pronto soccorso. Al termine degli accertamenti, mi hanno liquidato con crisi da panico trattata con fiale di " EN " consigliandomi accertamenti a livello tiroideo e terapeutico per l'ansia.
Ho effettuato tutti gli accertamenti del caso xche' ilo medico di famiglia mi ha messo a riposo per una settimana ed e' risultato tutto nella norma ovvero quello che avevo vissuto quella mattina era ansia. Sono tornato a lavoro e dopo appena 3 giorni mi sono sentito di nuovo male e me ne sono tornato a casa. A questo punto il medico di famiglia mi ha prescritto altri giorni di riposo e mi ha prescritto una consulenza psichiatrica e non psicoterapeuta visto i miei trascorsi.
Mi sono subito recato dal migliore qui sulla piazza o comunque cosi' dicono che dopo avermi ascoltato mi ha prescritto una terapia a base di EN nella posologia di 5 gocce al mattino, 5 il pomeriggio, 10 la sera.
Sto' seguendo alla lettera la terapia anche se i primi giorni mi sentivo senza forza, a distanza di 10 giorni non avverto piu' la presenza delle gocce (mi sono assuefatto? E' normale xche' il farmaco sta' facendo la sua azione?) Ho richiamato lo Psichiatra raccontando quanto appena scritto e lui mi ha detto che va bene cosi' e di riposare una altra settimana. H

Gentile utente,
ho letto con attenzione la sua storia. Mi sembra piuttosto critico con la sua psicoterapia e noto alcune interpretazioni di tipo rivendicativo nei confronti di uno o più terapeuti che le hanno portato via (dei soldi) senza darle nulla in cambio. Posso comprendere il suo senso di frustrazione ma le consiglierei di non abbandonare l'idea di una psicoterapia generalizzando un'esperienza insoddisfacente. La terapia del collega psichiatra, nonostante sia il migliore della piazza, mi sembra piuttosto minimalista. Non penso che i suoi sintomi saranno controllati da un ansiolitico a basso dosaggio. Penso che dovrà avere una certa pazienza e trovare uno specialista in cui riporre la massima fiducia per trovare una terapia che le permetta un controllo dei sintomi ed una di vita di conseguenza meno condizionata.
Cordiali saluti

Mi spiace, ma non conosco nessuno a Taranto. Sono sicuro che il suo medico curante saprà consigliarla per il meglio.
Cordiali saluti

Dottore buon giorno, le scrivo per aggiornarla sulla mia situazione e conoscere un suo parere.
Da circa una settimana, lo psichiatra che mi segue ha deciso di aggiungere alla dose di EN ( ricordo 5 mat - 5 pom - 10 sera) una pillola dopo pranzo si Samyr 200. Dopo una settimana con l'agguinta di Samyr 200  non ho riscontrato miglioramenti continuando ad avere senso di angoscia, stanchezza, assenza di fame, e ultimamente al lavoro un attacco di panico. A questo punto l'ho contattato per informarlo di cio' che accadeva e allora ha deciso di continuare con EN, terminare la scatola di Samyr 200 e mi ha aggiunto mezza compressa di Cipralex da 20 al mattino per una settimana e 1 compressa di Cipralex per i restanti giorni.
Caro Dottore cosa ne pensa?
Mi sento un po' angosciato nel mettere tra i denti questo antidepressivo.
Ha consigli in merito?
Cordiali saluti!!!!

Dottore grazie ancora.

Dr. Calderone buon pomeriggio. Perdoni se non ho risposto con celerita' al suo intervento ma questi ultimi giorni sono stati per me un inferno. Circa due settimane appena trascorse, nel non riuscire a andare nuovamente a lavoro, ho chiamato lo psichiatra che mi ha prescritto Cipralex da 20 mg mezza compressa per una settimana e dopo 1 compressa. Al Cipralex ha associato ad EN con posologia 5 gocce al mattino, 5 il pomeriggio, 10 la sera. Nell'incredulita' del medico, il primo giorno che ho preso la mezza compressa di Cipralex ho iniziato a stare male e vomitare. Ho richiamato il medico spiegando l'accaduto e mi ha consigliato di sospendere tutto anche per mia volonta' di ripulirmi da questi farmaci che di cui avvertivo molto la presenza sul mio stato fisico. Trascorsa la settimana a casa di disintossicazione, e' arrivato il giorno del rientro a lavoro e sono stato colto da pianti isterici e sconforto. Ho chiamato lo psichiatra che mi ha proposto di provare con la Paroxetina associata al Lexotan con posologia: mezza compressa di paroxetina per 10 giorni e dopo 1 compressa intera e in questi dieci giorni 5 gocce di Lexotan al mattino, 5 al pomeriggio e 10 la sera. Risultato alla terza mezza compressa di Paroxetina e' stato dolori e pesantezza gastrica, emorroidi infiammatissime, provavo calore intenso sulla pelle e i piedi se pur freddi sudavano. Ho abbandonato tutto preche' in quei giorni vegetavo e credo che questa nn puo' essere una cura xche' avrei finito per commettere sciocchezze. Prendo ancora il Lexotan e ho provato nuovamente ad affidarmi ad uno psicoterapeuta della mia citta' che come prima seduta mi ha chiesto di fare un resoconto di cio' che provo durante gli attacchi di panico quindi di pormi in situazioni per me ansiogene e mi ha anche prescritto di provare almeno 2 volte al giorno a provocarmi un attacco di panico volontario. Ancora non mi e' chiaro il tutto, so' solo che dopodomani si torna a lavoro o rischio di perderlo insieme alla mia compagna ormai logora da questi 2 mesi di inferno.