Gentile utente,
l'attività fisica, oltre ai noti benefici fisici, influenza positivamente anche la sfera psichica (migliora il tono dell'umore, riduce la sintomatologia ansiosa...).
Inoltre mantenersi impegnati in attività di s vago aiuta a distrarre la mente dai pensieri che generano ansia.
Per tutti questi motivi le consiglierei di proseguire con la sua attività.
Cordiali saluti,

Caro Roberto, l'attività sportiva e gli attacchi di panico non sono assolutamente incompatibili, per il fatto che gli attacchi di panico non rappresentano una condizione medica. Anzi concordo con il collega che le ha risposto precedentemente, nel dirle che l'attività fisica è un'ottima abitudine di per sè.
Per quanto riguarda il fatto di non avere attacchi di panico durante l'attività fisica, questo può essere spiegato sulla base dell'interpretazione che lei dà dei sintomi fisici nei vari contesti in cui si trova ad agire. Mi spiego meglio: l'attacco di panico ha come causa principale l'interpretazione erronea dei sintomi fisici (vertigini, tachicardia, tremori, ecc) come indizi di pericolo per la propria salute (in genere si pensa di stare impazzendo o di stare per avere un infarto o un ictus). La persona che avverte questi sintomi, quindi, li interpreta come segni di pericolo, l'ansia si alza ulteriormente e i sintomi pure. Aumentando i sintomi, la persona aumenta la convinzione di stare per morire o impazzire, e questo alza l'ansia ulteriormente. L'attacco di panico è la conclusione di questo circolo vizioso. Durante l'attività fisica, non ha attacchi di panico perchè in quella circostanza attribuisce correttamente l'insorgenza dei sintomi al fatto di svolgere attività fisica, quindi l'ansia non le si alza e non si innesca il circolo vizioso conseguente.
Spero di esserle stato utile, un caro saluto

Gentile Roberto, è proprio per via del fatto che i sintomi le si presentano in questa forma che le suggerisco una psicoterapia mirata, cioè ad indirizzo cognitivo comportamentale.
In questo tipo di psicoterapia si individuano le convinzioni e i comportamenti che mantengono il problema e si mettono alla prova con esperimenti comportamentali.
Dal suo racconto sembra che il suo problema di panico sia mantenuto in vita da un misto di comportamenti protettivi, comportamenti d'evitamento e convinzioni di attribuzione di pericolosità sul panico. Gli attacchi di panico si ripresentano con una probabilità che è direttamente proporzionale
ad essi.
Un caro saluto

Vi ringrazio ancora delle vostre risposte Dott. Gabriele Calderone e  Dottor Francesco Bova

Lei sta già assumendo una terapia più o meno efficace (sembra da quello che le capita poco efficace) quindi le consiglio di scegliere una via meno alternativa (e nel complesso poco logica) e consultare il suo medico per aggiustare il tiro.

In realtà non faccio terapia il mio medico mi consiglia all’occorrenza degli ansiolitici
E per conto mio prendo dell’iperico
Non credo che si possa parlare proprio di terapia mirata
Comunque cercherò di parlare con il mio medico, un po piu nello specifico, finora ne ho parlato un pò sul generale, anche visto un po l’aumento della frequenza di tali fenomeni 
Un cordiale saluto