Autore Topic: La mia curiosa vita da bipolare  (Letto 13691 volte)

Mr.Johnny

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La mia curiosa vita da bipolare
; il: 29 Dicembre, 2015, 19:43:13 ;
“Sai cosa farò? Prenderò tutta questa negatività e la userò come carburante per trovare il lato positivo! È questo che farò! E non è una stronzata, non è una stronzata. Ci vuole impegno e questa è la verità!”

No, non è affatto una stronzata.

Ho voluto citare una frase di Pat Solitano nel film "Il lato positivo - Silver Lining Playbook", film che consiglio con tutto il cuore perché racconta con leggerezza le difficoltà che deve sopportare una persona affetta da disturbo bipolare e delle difficoltà che devono sopportare le persone vicine ad una tale persona.

Ciao, mi chiamo Giovanni, ho 26 anni e fino a 4 anni fa ero un perfetto idiota.

Esattamente, ero un idiota, ma veniamo al dunque: mi diagnosticarono il disturbo bipolare, o meglio, 4 anni fa mi portarono da uno psichiatra perché la situazione stava diventando surreale e insostenibile, sapete, complotti, manie di persecuzione, Monsters&Co.
Fù così che iniziò il mio viaggio verso la conoscenza, non grazie al disturbo, sia chiaro, ma se è vero che non tutto vien per nuocere allora posso affermare tra virgolette che "grazie" al mio disturbo sono stato inizializzato alla vita vera, quella in cui entri in empatia col mondo intero, diventi più sensibile a tutto, capisci i reali problemi della vita, capisci chi e cosa è davvero importante per te, fai una sorta di scheda di catalogazione di cose e persone che vuoi tenere con te o allontanare, ed esci finalmente da una vita vissuta non da te ma dalle tue paure sul giudizio degli altri, perché, ebbene sì, la mia vita seguiva una via non data da me ma dagli altri, questo proprio perché non mi conoscevo e avevo paura delle conseguenze che potevano portare le mie di scelte. Seguivo il gregge.
Tutto ciò chiaramente è un lato del carattere che non c’entra nulla col disturbo, ma trasversalmente, “grazie” al disturbo e quindi alla psicoterapia, ho imparato a correggerlo e a far valere le mie idee ed i miei pensieri, ad espormi senza paura alcuna su cosa possano pensare di me, certo, non completamente, ma non tanto da bloccarmi definitivamente come prima.

Mi ritrovai a fare lunghe chiacchierate nel periodo di “mania” con mio padre, uscivo con lui a fare passeggiate sul lungomare, non senza timore, facendomi raccontare tutto sulla sua vita, come se sarei dovuto morire da un momento all’altro (e lo pensavo davvero, pensavo che da un momento all’altro qualcuno mi avrebbe fatto fuori!), nel periodo maniacale ebbi una sorta di esperienza-morte che mi portò a vivere ogni cosa al massimo dell’intensità, come se fosse l’ultima, i dialoghi con mio padre che non ho avuto mai prima, la paura costante, che fece da sfondo alla mia vita in quel breve ma interminabile periodo. Solo quando mi ripresi venni a sapere che quel periodo folle durò semplicemente una settimana, wow, io credevo mesi! E’ stato incredibile, è incredibile, ancora faccio fatica a crederci. Evidentemente vivere ogni cosa al massimo, ogni emozione, ogni idea che ti entra in testa e non ti lascia tregua crea una sorta di illusione di dilatazione temporale!

I giorni passavano e il distaccamento dalla realtà aumentava sempre di più, ogni squillo di telefono, ogni messaggio, qualsiasi cosa, era diventata un chiaro segnale della serie “la pagherai”, “devi morire”, c’è mancato poco che non prendessi la macchina e andassi da Nicola Gratteri per esporgli fatti surreal-catastrofici, ma fortunatamente la paura di uscire ed essere beccato da chi sa chi prevalse, mi risparmiai un ricovero forzato sicuro, e così, aspettavo inerme la fine.

Avevo il terrore addosso, il terrore di essere spiato, controllato, manipolato.
Con la paura che ebbi pensai che l'unico modo per esporre le mie teorie complottiste senza esser sentito da chi sa quale microspia fosse portare mio padre in cantina e fargli leggere tutto, convincerlo che bisognava agire contro chi mi voleva male, mio padre mi assecondò, gli feci leggere tutto e poi misi a fuoco il foglietto.

Dubitavo di tutti, sono arrivato al punto di aver paura anche dei miei genitori l'ultimo giorno.
Misi il cellulare come registratore nel soggiorno e me ne andai, tornai dopo circa 10 minuti per riprenderlo e ascoltare il tutto, per controllare se complottassero contro di me, provai ad ascoltarlo ma per non so quale ragione si sentivano solo i primi secondi dopodichè evidentemente il mio cervello disse basta e non riuscii a sentire più niente in quel momento, come se la registrazione non l'avessi mai fatta...i secondi passavano ma si sentiva solo il silenzio.

L’ultimo giorno a casa dei miei mi convinsi di essere dentro...Matrix!
Era la soluzione!
Dovevo solo svegliarmi, staccare la spina e tutto sarebbe finito! Mi alzai da tavola e le parole di mia madre “si sta svegliando” mi incitarono a credere in quello che pensavo, dovevo farlo! Mi alzai da tavola e mi scaraventai contro il muro nel tentativo folle di svegliarmi e tornare alla vita di prima e….e fu così che la sera stessa mi ritrovai dal mio psichiatra che conosco ormai da 4 anni, spaventato a morte chiusi il cellulare, tolsi scheda e batteria durante la seduta per evitare intercettazioni inimmaginabili e via con Serenase, Lorazepam e Sereupin a go-go.

A distanza di 2 anni ebbi una ricaduta meno grave del primo episodio e dopo un anno si voleva fare il quadro della situazione: “vostro figlio soffre di Disturbo Bipolare”, questa fu la diagnosi, finalmente un nome da dare al mostro, anzi, ai mostri che vivevano dentro di me: Mr. Euforia e Mrs. Depressione!

A distanza di 4 anni posso dire di vivere una vita, per il momento, abbastanza serena, felice è una parola grossa, difficile da gestire certamente, soprattutto con gli amici che non sanno del tuo tumultuoso recente passato, che non sanno perché a volte sparisci e ti chiudi dentro te stesso perché stai aspettando di uscire dalla depressione e vuoi evitare di farti vedere “conciato male” per non dare fastidio, e poi ancora quelle volte che chiami tutti, vuoi tutti e sei stravagante con gli altri, vuoi costruire attaccapanni in un pub che non ha attaccapanni, e gli proponi progetti che non farai mai perché chi è Bipolare ho compreso che pensa ad un sacco di cazzate che inizia e non conclude mai: un’altra lotta, quella di farsi vedere come non sei più da 4 anni a questa parte, gente che “non ti riconosco più”: è una lotta, ma va bene così, la mia vita è una strana sinusoidale, ma ho vicino le persone che amo e che mi amano forte, la mia famiglia e la mia ragazza che sa tutto di me e mi ama con tutto il cuore e cosa più importante mi capisce, e pochissimi intimi amici che mi bastano per bere una birra serenamente, evitandomi, se è possibile di proporre attaccapanni stravaganti qualora mancassero nel locale!

 

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